Continuando il discorso che ho iniziato in questo post, voglio dare un aggiornamento importante. Gilioli, nel suo Blog, ha recentemente pubblicato una lettera arrivatagli da uno dei membri dei vari meetup d’Italia, autodefinitosi “grillino”.
La lettera, che potrete trovare qua, è molto significativa. In essa, l’autore, Leonardo Roli, ci tiene a chiarire che i “grillini” non sempre concordano ciecamente con il modo di fare di Beppe Grillo, anzi, a volte proprio non lo condividono.
E’ una lettera molto lunga, ma vale la pena di leggerla. Roli precisa che Grillo non è il “capo” dei meetup, ma quest’ultimi sono indipendenti. Grillo è stato un catalizzatore, ed è una delle figure a cui deve essere dato il merito di aver “aperto gli occhi” a molta gente, che non può essere inserita nei canoni standard della politica italiana. Né di destra, né di sinistra, né di centro, né di sopra, né di sotto… I grillini stanno in un’altra dimensione; sanno camminare con le proprie gambe e ragionare con la propria testa. Roli ci tiene, inoltre, a precisare che, se un domani si scoprisse che Grillo è un mafioso, i “grillini” se ne allontanerebbero. Tra le altre cose, sottolinea come la classe politica controlli i media, e soprattutto la televisione, senza che ci sia bisogno di Grillo per capirlo. Il controllo c’è e si vede dai servizi dei telegiornali, così come dalle notizie che arrivano nelle redazioni, che vengono filtrate da “qualcuno” che dà loro un ordine d’importanza già prefissato, una certa visibilità, il tutto corredato da cosa deve essere pubblicato e cosa no… Roli invita lo stesso Gilioli a scardinare questo meccanismo dall’interno, cercando di ribellarsi e scrivere la verità.
Penso che questa lettera sia molto complementare al mio modo di pensare. Ed è la dimostrazione di come una persona, solo con le proprie capacità e la propria intelligenza, possa riuscire a capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, così come riconoscere ciò che è vero da ciò che è palesemente falso. Vi invito a leggere la lettera, è molto interessante.
E’ da questo che dobbiamo partire per cambiare veramente qualcosa. In un paese in cui la stampa è assolutamente “atipica”, l’editoria impura, dove i primi giornali sono nati come giornali di particolari élite, conformi alle idee del partito di riferimento o della classe dirigente, o all’industria che li finanziava, c’è bisogno di questo genere di battaglie. Prendiamo a modello il giornalismo Inglese, dove i Tabloid si preoccupano del gossip e delle scemenze, mentre i Broadsheet scavano all’interno della società in cui sono immersi, facendo emergere particolarità che qua in Italia non ci sogneremmo mai di fare emergere, e che, se ci provassimo, qualcuno provvederebbe già ad insabbiare. L’informazione deve essere libera e, affinché lo sia, non abbiamo bisogno di Grillo ma di noi stessi!